Il nostalgico mondo degli Hi-Fi: quando la musica si ascoltava in "alta fedeltà"
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giovedì 23 dicembre 2021
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di Gaia Agnelli - foto Nicola Velluso
Negli ultimi decenni però questi “monumenti del kilowatt” hanno perso il loro appeal, sostituiti da mezzi più minimal e ipertecnologici. L’avvento infatti di pc, tablet, smartphone, di piattaforme online quali Youtube e Spotify e di formati audio compressi come l’mp3, permettono ora una diffusione della musica più veloce, flessibile e “mobile”. Tutto questo però a discapito della qualità del suono.
Persino la produzione musicale si è adeguata a questo nuovo modo di fruire le note. La maggior parte degli artisti oggi ritiene infatti inutile arricchire i propri brani con finezze acustiche e arrangiamenti complessi, che non potrebbero mai essere apprezzati attraverso un ascolto “digitale”.
Di conseguenza anche il mercato è cambiato. Di negozi di dischi ne sono rimasti pochi (oggi persino il cd è entrato in disuso), così come sono letteralmente scomparsi quegli esercizi commerciali che proponevano amplificatori valvolari, grandi altoparlanti e piatti per vinili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A Bari infatti sono sopravvissuti solo pochi locali specializzati nella vendita di nostalgici hi-fi. Il più antico di essi è “New Sound”, situato in corso Cavour dal 2009, ma in realtà discendente dallo storico “Ranieri” attivo per 73 anni in piazza Umberto. Siamo andati a trovarlo (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando entriamo ci ritroviamo immersi in un ambiente caratterizzato da muri in pietra e soffitto a volta, il tutto mentre del buon jazz degli anni 80 è diffuso dagli altoparlanti. Ci guardiamo intorno. Le mensole sulla destra ospitano casse in legno di varie dimensioni e qualche amplificatore, mentre sulla sinistra ci sono altri diffusori che sovrastano due tavolini neri sui quali sono adagiati alcuni giradischi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dietro la scrivania in vetro, con una parete di cuffie sullo sfondo, ci accoglie il 61enne Michele Ranieri, addetto al rapporto con la clientela. «Le origini di “New Sound”, fondato in questa sede da mia figlia Clara nel 2009 risalgono all’insegna storica “Ranieri” – ci racconta -. In origine si trattava di un negozio di elettrodomestici, radio e televisioni che venne aperto nel 1936 da mio nonno Michele, in piazza Umberto. Un esercizio commerciale che a partire dalla fine degli anni 60, prima con la gestione di mio padre Pietro e suo fratello Giuseppe e poi con me, si è specializzato nella vendita di impianti stereo».
Gli anni 60 e soprattutto i 70 e gli 80 rappresentarono infatti il boom degli hi-fi, la cui vendita andava di pari passo con la produzione di grande musica pop e rock che “esigeva” un ascolto di qualità. A Bari si ricordano altri “templi” che proponevano agli appassionati potenti stereo. Tra questi l’omonimo “Ranieri” in via Sparano, “Auditorium 3” in Piazza Massari, “Discorama” in corso Cavour, “Artel” e “Paulicelli” in via Fanelli.
«Tutti avevano uno stereo in casa e la musica faceva parte della nostra quotidianità – afferma l’esercente –. Ricordo ancora quanto fosse intimo stare ore nella propria cameretta a maneggiare l’amplificatore sognando tra le note degli artisti del cuore. Così come rammento le feste in casa, con il rock sparato a tutto volume da alte casse».
Michele ci mostra alcuni reperti di quell’epoca che conserva all’interno del negozio come veri e propri cimeli. Ecco quindi un elegante giradischi Thorens Td 165 anni 70 incastonato in un mobile di legno o l’amplificatore americano Marantz “model 1070” in alluminio risalente al 1972. Quest’ultimo è esposto accanto a un altro pezzo fabbricato nello stesso anno: il giapponese “Sansui AU-101” di color nero.
Componenti che non sono in vendita, al contrario del nuovo Marantz Pm6007 proposto in accoppiata con il lettore Cd6007. «Un amplificatore di grande qualità, anche se io ritengo che il suo “antenato” di cinquant’anni fa non abbia nulla da invidiargli: continua infatti a suonare alla perfezione», afferma Ranieri.
Di ultima generazione sono anche il Denon Pma-600ne e l’italiano Mastersound Dueundici, amplificatore dal design nero e accattivante. C’è poi l’affascinante giradischi argentato della J.A Michell Gyro Se e numerosi altoparlanti, tra cui quelli dell'azienda americana Polk, della tedesca Canton, dell’inglese Q Acoustics e della francese Focal. Pezzi che costano anche migliaia di euro. «Questi sono il top – sottolinea il signore - se però si scelgono bene tutti i componenti trovando un giusto equilibrio tra loro si può portare a casa un impianto ottimo spendendo sicuramente meno».
Naturalmente anche il mondo dell’alta fedeltà ha dovuto adeguarsi alle nuove tecnologie. Una novità degli ultimi anni è quella ad esempio degli All In One, ossia il “tutto in uno”. Michele ci conduce nella saletta d’ascolto per mostrarci il Cambridge audio evo 150: un prodotto che contiene in un unico corpo dac, streamer e amplificatore e che consente di ascoltare in alta risoluzione dei file attinti da servizi musicali online.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma chi acquista questi strumenti? «Appassionati e audiofili non più giovanissimi che non accettano di sentire musica con pc e cellulare – ci risponde Michele –. La maggior parte dei ragazzi rimane invece indifferente e non solo per gli alti costi. Le nuove generazioni non hanno infatti “educato” il proprio orecchio all’ascolto e non sarebbero nemmeno in grado di riconoscere la differenza tra una semplice cassa che suona ad alto volume e un sofisticato impianto Hi-Fi in grado di riprodurre in maniera fedele la registrazione di un brano».
(Vedi galleria fotografica)
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